martedì 24 luglio 2012

Lettere al Diretto re

Direttore al solito le sue provocazioni fanno sorridere i bene informati, parlare di sistema dell'arte fiore all'occhiello ed orgoglio della nostra nazione fino al 2008 fa veramente ridere i cinghialetti barbaricini.
Si gonfia la bocca di termini come "terrorismo fiscale" senza considerare che il sistema dell'arte che tanto decanta come fiore all'occhiello era basato esclusivamente sull'evasione fiscale dietro la quale si celava l'investimento artistico contemporaneo,  a New York la vita è normale? Ma quali sono i suoi parametri di normalità? Mi risulta che anche gli States abbiano i loro problemi con il debito pubblico, vuole un consiglio? Per capire come girerà il sistema dell'economia artistica globale da qui a qualche decennio si trasferisca con la sua redazione in Cina o in India, gli ci sono investitori ed economia reale che gira su diritti negati e social liberismo.
Ben venga la chiusura ed il trasferimento di galleristi come Massimo Minimi, responsabili di questo scatafascio quanto i suoi ragionamenti fuorvianti sullo stato reale dell'arte italiana almeno da un trentennio.
Un suo affezionato lettore che firma sempre le sue lettere.




Date: Tue, 24 Jul 2012 23:44:31 +0200
To: mariopesceafore@hotmail.it
From: newsletter@flashartonline.com
Subject: Tutti a Ponte Chiasso?


 
 
Un sasso nello stagno?
Così si potrebbe definire questo scritto di Massimo Minini, che doveva essere pubblicato in Flash Art ma che io ho preferito inviare subito come Newsletter a tutti i nostri lettori, durante o prima le vacanze, per aprire un possibile dibattito.
Questo e i precedenti governi sono riusciti a mettere sul lastrico il sistema dell'arte italiana, sino a due-tre anni fa un fiore all'occhiello del paese e orgoglio della nostra cultura e con un numero di collezionisti piccoli e grandi, giovani e no, da esserci invidiato in tutto il mondo. Collezionisti come assidui e competentissimi frequentatori di tutte le gallerie e fiere d'arte nazionali ma anche frequentatori e clienti delle maggiori gallerie e fiere internazionali: il terrorismo fiscale, anche piuttosto plateale, a cui è sottoposto questo paese, li ha allontanati dall'arte e dalle gallerie italiane (Massimo Minini confessa che ora solo il 20% del suo fatturato è riconducibile all'Italia), per spingerli (almeno i più determinati), ad acquistare all'estero. Una famosa gallerista francese, mi confessava che negli ultimi mesi, i suoi collezionisti italiani sono più che quadruplicati. Dall'altro canto Getulio Alviani, dal suo minuscolo rifugio di Cortina, invece mi dice che la mitica cittadina delle vacanze degli italiani è deserta e stremata: le vetture proseguono per l'Austria oppure decidono di recarsi a Saint Moritz ma nessuno osa trattenersi più a Cortina, dove gli alberghi sono sprangati e i negozianti disperati.
Da settembre-ottobre una parte della redazione e ufficio marketing di Flash Art si trasferirà a New York, dove la vita è normale e ancora venata di ottimismo, dove tutti pagano tasse sopportabili e molti comperano arte senza doversi sentire in colpa.
La proposta di Massimo Minini è una provocazione? Può essere. Ma se alcune gallerie italiane dovessero trasferirsi a Chiasso o Lugano (come è già avvenuto) non si gridi allo scandalo. Io credo che tra poco ogni italiano avrà il diritto di chiedere lo stato di rifugiato politico. 
Giancarlo Politi giancarlo.politi@tin.it

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