martedì 24 luglio 2012

Tavor Generation: Configurazione concettuale.


TAVOR GENERATION da Facebook, anno 2010

GENERAZIONE TAVOR - MALA VIDA! 




Ripercorri il tuo passato e scopri quei conflitti che per sopravvivere ti costringono ad indossare una corazza, senza il tuo passato il tuo futuro non esiste, come un albero cresci in alto con le tue radici che si spandono nel profondo della terra, il tuo passato è scritto ed è segnato sul tuo corpo e come lo muovi. 
Ti affermi, ma non trovi presuntuosa ed eretica la messa in dubbio di tutto ciò che affermi, 
pensi che quello che affermi si ferma alla tua persona, questo forse ti rende indipendente. 
Quello che sostieni l'hai provato e calibrato su di te, non diresti agli altri ciò che non dici prima di tutto a te; la ferita non ti ha mai spezzato e non hai poi una paura cosi irrazionale per il dolore, quando cedi per sfinimento al dolore arrivi a comprenderne la tensione e questo ti provoca sollievo. 
Abiti la tua vita nel tuo corpo e per questo non lo remprimi limitandone l'autoespressione. 
La tua avventura? La scoperta di te; la tua terapia? Il viaggio dentro di te, un viaggio fatto di pericoli e rischi nel tuo passato, un passato superato, forse dimenticato ma che tranquillo non è stato, altrimenti dove le hai rimediate quelle cicatrici? 
Non difendi il tuo io negando, non lo difendi proiettando, colpevolizzando o sfiduciando, lo difendi razionalizzando ed intellettualizzando ma solo quando ti sforzi d'essere presente. 
Ti armi della tua rabbia cercando di egosintonizzarla ma mentre mantieni la difesa di te rischi di divenire il limite del tuo vivere.


TAVOR GENERATION - ROCKWOLL (ELECTRO CARDIOGRAM)!
 


Non ti piace la diacronia, preferisci pensare ad oggi piuttosto che a ciò che è stato ieri, la storia è statica come lo storico, il dato di fatto non è mai un semplice fatto! 
Non ti fidi di certa storia, una nozione dubbia, una informazione di parte priva di arte, preferisci alla storia il mito; il mito è sostituibile ed intercambiabile, c'è un mito per ogni occasione, solenne nella sua frivolezza che gli conferisce una densità di significato, cerchi di essere come il tuo mito del momento. 
Il provvisorio mito di riferimento ti solleva dall'ideale e non ha lotte di classe da sbandierare, semplicemente lotta con qualche peccato consumistico da farsi perdonare, attraverso di lui non comprendi che la tua originalità è nella tua falsa povertà che inventa un modo di essere dove l'essere non c'è! 
Rifiuti il perbenismo borghese cosi come l'ideale sinistorso, fuggi via da impegni politici ed ideali sociali, non credi a chi nel dettato t'impone di scrivere della differenza tra rossi e neri. 
Credi nella rete come espressione artistica del gesto umano, sai però che le tue performance linguistiche sono destinate al fallimento, in fondo sono pronunciate semplicemente da te che non hai il potere di realizzarle, non hai il diritto riconosciuto dai tuoi interlocutori quando pronunci i tuoi discorsi. 
Non riesci a capire che non puoi agire a titolo personale, agisci sul serio solo se sei un depositario delegato. 
Sei istintuale, inconscio, autoritario ed estemporaneo, proprio come un fottuto muso giallo potresti essere in ogni dove. 
Il popolare, il santino e la figurina ti hanno circondato e vegliano su di te, tutto su di te ed intorno a te è pubblicità ed autopubblicità, tutto cerca di attirare la tua attenzione e di prolungarne l'effetto e tu con tutto cerchi d'attirare l'attenzione su di te e di prolungarne l'effetto, tutto è altamente popolare come te, niente distinzione di classe, tutto è iconograficamente alla portata del potenziale fedele, tutto è arte creata per il tuo popolo ed è accettabile dal grosso pubblico, tutto meravigliosamente nuovo e replicabile, questo è il tuo zeitgeist, buona fortuna se non credi più a niente e ti sta bene cosi.


GENERAZIONE TAVOR: REQUIEM FOR A DREAM! 



Critichi il tuo consumo perché è il tuo feticcio, lo accusi dei tuoi danni fisici, psichici, etici, economici ed estetici; non hai molti dubbi: il tuo mondo è basato sul tuo stimolo al consumo! 
Cosa succederebbe se tu smettessi di desiderare di consumare? Stop agli acquisti ed anche alle produzioni, questo, solo questo ti rende indispensabile. 
Sei uno schiavo che consuma in base al suo potere d'acquisto, patologico e compulsivo, incapace di capire sul serio quali sono i suoi bisogni primari. 
Tenti di recuperare un minimo di equilibrio, limite e misura, sei incastrato in un presente eterno e mostruoso che non crea ed alimenta memoria, il passato è un peso da rimuovere, ti intralcia verso i sentieri di altre esperienze. 
Sei anestetizzato, assuefatto ed eticamente corrotto e corretto da quella estetica sintetica che pensi di riuscire a rifiutare. 
Subisci il potere del simbolo ma il simbolo che cosa è se non qualcosa che sta al posto di qualcosa d'altro? Non riesci proprio a capire che a te manca qualcosa d'altro? Cosa ti manca? 
Il tuo feticcio è il tuo degrado, senza il tuo deterioramento non ne avresti bisogno, ti sfaldi in un presente che non vede futuro prigioniero di un mostruoso quotidiano che ti eclissa, regredisci verso uno stato sempre più primitivo allontanandoti dal tuo stato di creativo. 
Dimentichi spesso che ciò che ottieni con facilità non è prezioso e forse per questo non ha neanche prezzo e che il prodotto che subisci non è un tuo progetto! 
Popolare non sei e non sai se sia un qualcosa "del" o "per" il popolo, ti distingui? Non lo sai, snobbi lo stesso concetto di distinzione, la distinzione è perniciosa. 
Ti ricordi la tua adolescenza? Anni ottanta, allevato da mode e manierismi di costume, da ideologie edonistiche collettive e da un tuo look in cerca di definizione! 
Buono e bello o brutto e cattivo non sono distinguo che ti appartengono: segui ed insegui la moda!


TAVOR GENERATION - RELAX (DON'T DO IT!) 

GUARDATE I VOSTRI FUTURI CARNEFICI! 



Sei contro la beffa ed i trend culturali, musicali, artistici ed industriali, hai la consapevolezza che il mercato funziona secondo il principio: si muove? Vendilo! 
Ascolti artisti che, come dicevi tu, dicono di altri artisti che sono dei venduti, ti ricordano i militanti dei centri sociali che hai frequentato quando sostenevano che i sindacati vendevano gli scioperi (non è vero?). 
Vedi eroi ed anti-eroi concorrere nel farla spuntare all'industria culturale, penso al tempo in cui hai rifiutato tutto questo per ritrovarti perso. 
Come ti vedono? Un pazzoide diffusore di parziale anarchia a denominazione ed origine controllata? 
Non distingui tra cortei anarchici e manifestazione di sinistra se non per il colore, pillola rossa o pillola nera? 
Intanto perdi smalto, diventi indistinto tra i tuoi coetanei, rimani nel branco e sei vittima, estendi il tuo richiamo e sei vittima lo stesso: i media ti impediranno di farlo! 
Trovi sentimentale l'approccio popolare da soap opera, la tua soluzione è l'auto organizzazione individuale e la documentazione della tua azione, autoproduci analisi che partono dalla tua vita non sai quanto vissuta sul serio. 
A fasi alterne realizzi e sopprimi, sono le tue due marcie che ti consentono di superare l'arte, utopicamente sorpassando l'arte cerchi d'intervenire in ogni ambito della tua vita, questo ti porta a non sentenziare la tua scomparsa prima di venire disintegrato. 
La tua identità? Non la trovi nell'apparizione, in una società occidentale involuta come la nostra apparire vuole dire la normalità. 
Non ti piace lo shock per marcare la differenza tra te e gli altri, hai imparato a coltivare il tuo tempo con la consapevolezza che l'iconoclasta ha un tempo limitato. 
Sei crivellato dalle contraddizioni, sei un formaggio svizzero, vedi nascere molti come te, come sei stato, non riesci più ad inseguirli e documentarli nel tempo, tutti maledettamente uguali a te, ma pecché? 
Sei solo l'onda di un movimento che non riesce più a creare movimento con il suo gruppo. 
Assisti alla tua storia ed a come diventa merce, la tua storia che ti sembrava in conflitto con un altra storia diventa storia di seconda mano per il mercato dell'usato culturale. 
La tua arte? Soltanto una religione secolare che funge da giustificazione universale per la stratificazione sociale e culturale, tuo malgrado sei la malta sociale della cultua comune ed impedisci a chi è diverso da te di entrare nel regno dei cieli. 
Il futuro? Nel milleseicento la religione ha smesso di diventare uno strumento di trasformazione sociale, con la seconda guerra mondiale la politica ha smesso anche lei i panni del cambiamento, il tuo futuro è solo nella tua marginalità, cosi come il tuo presente! 
Non ti sforzi di risolvere le tue contraddizioni, neanche ci provi, sei al lavoro al servizio di un disordine ignoto.

GENERAZIONE TAVOR - XANTUR! 


Ti senti un cultural worker, uno che disperde sul web idee e nello spazio oggetti che traggono il loro senso dall'abbandono e l'interazione nello spazio. 
Il tuo risvolto pubblico è nella documentazione di ciò che sei e che fai in forma di appunti, foto ,note e video; il tuo lavoro sul web gira il mondo da fermo a prezzi contenuti, ogni tua protesi fa parte del tuo network. 
Documenti le tue performance dove si perde il confine tra arte e vita, le documenti per dare identità a ciò che altrimenti giacerebbe in clandestinità, cercando d'indicare un futuro dove l'arte non sia più una entità separata dalla vita, almeno nel tuo futuro. 
Insisti e persisti ma sai che da un punto di vista materiale la tua non è arte, la natura democratica e didattica dei tuoi concetti è in opposizione all'elittismo dell'arte della classe dominante, in fondo quanti sono gli artisti come te? Migliaia? Milioni? 
Sei solo una molecola di un fenomeno diffuso che per certa critica è solo confuso e la cosa forse non ti dispiace, chiamare un uomo artista che cosa vuole dire? Negare ad un altro uomo il pari dono e diritto della visione? 
Non hai fede nella tua identità? Può solo portarti ad una miseria senza fine, forte della propria identità ci si isola e si sognano e vedono vite di altri uomini più interessanti della propria. 
Cambi il tuo mondo rinunciando alla tua arte, donandola agli affamati. 
Non sei un artista? Ovvio, altrimenti saresti mercificato dalla borghesia, per questo non puoi vincere, l'arte non morirà in quanto processo sociale, vivi una società capitalistica e le società capitalistiche producono arte, le società non capitalistiche non la producono. 


GENERAZIONE TAVOR - CARMELA, BOMBA INTELLIGENTE! 


Sei un multiplo e lo sai, sai però anche di avere un contenuto leggermente diverso, ti senti quasi un inconsapevole oggetto o prodotto, prodotto da chi? Prodotto come? Prodotto perché? 
Sei un pò fortunato perché la tua tendenza estetica compensa la tua ruvidezza politica che non ha nulla di poetico. 
L'arte per te? Un prodotto indipendente dal godimento dei più, non riesci però a spiegarti con la ragione perché ti aspetti di essere valutato e riconosciuto proprio in base a quel godimento plebiscitario che tanto rifiuti. 
Elabori cosi una tua estetica del vomito, del rigurgito, della repulsione, del lancio di uova rivolto sempre a chi ha la colpa di non essere te, sei uno psicoperformer che cerca di dormire con un fucile sotto il cuscino, non conosci altra terapia contro l'irrazionale ideologico che ti ha indotto il capitale, esisti solo in quanto macchina bellica egoistica ed edonistica, ti attrae la perversione ma l'unico mezzo che hai per affrontarla è la tua repressione!


TAVOR GENERATION: OPEN YOUR EYES!



Hai poco ed ottieni, hai molto e ti fondi confondendo, metterti in mostra non ti rende illustre, ti illustra ma non ti lustra. 
Vanto non vuole dire successo, ti muovi su effetti che sembrano scaturire spontaneamente e privi di causa, in realtà sono dettate da disposizioni e dispositivi preparati in precedenza, l'effetto di te si dispiega da solo, si lascia che accada, il vuoto si riempie e l'effetto della tua causa si dirama e richiama.
Non credi nell'artista maschio geniale solo perché esprime una sensibilità femminile, non credi nell'eroico che mostra tratti femminili e relega la donna in posizione di subordine; non credi nell'ossessione del concetto d'innovazione , sai bene che riflette lo spreco immanente di un sistema strutturato sull'obsolescenza pianificata e mai sposata e superata.

Credi che l'esercizio della libertà sia insito nella distruzione dell'idolo, provochi per intaccare gli entusiasmi unanimi e servili, sei testimone diretto dell'incomprensione costante tra gli estremisti e coloro che non lo sono più, non sai bene se sei un estremista o non lo sei più.

Resisti alla malattia del secolo: LA BANALIZZAZIONE BILATERALE DEL TUTTO!
T
utti si muovono sotto ipnosi alla conquista del comodo scacciapensieri materiale e morale; cerchi di non essere solo una ossessionante immagine dell'immediato che viaggia solo attraverso il web!

TAVOR GENERATION - ROAD TRIPPIN' (LIVE)



Non sei un pittore, non potresti neanche volendolo, hai disfatto la tua pittura, hai dipinto solo per sondare la possibilità di rappresentazione della tua realtà che ora sai essere oltre la bidimensionalità. 
Certo, la pittura ti ha guidato verso questa esplorazione ora fuori controllo, poi (giustamente) ti ha abbandonato. 
Ti muovi spaesato e coltivi la tua immagine, la tua immagine è tutto il tuo potere, ti rassomiglia senza somigliarti ma non puoi escludere che possa avere le tue sembianze, è lei il lasciapassare per il tuo mondo, certo non ti da un potere di conseguimento (una immagine non può mirare a nulla) e di costrizione (una immagine non può forzare), la tua immagine ti conferisce però il potere della pregnanza, della influenza, della inassegnabilità e della inesauribilità. 
L'immagine che ricorda le tue sembianze si espande senza fine, accoglie solleciti e si arricchisce, continui schizzi la ridefiniscono. 
Questo è il motivo per il quale sei incompiuto, disinvolto e trascurato, lo mostri con piacere insolente e ti gongoli nel non definito per tendere all'infinito, concludere vorrebbe dire nel tuo universo uccidere, non sopporteresti di perderti nella certezza dell'assunzione di te. 
La tua incompiutezza ti allerta, chi ti loda in fondo lo sai ti deride, la fine di un processo non è la conclusione di esso, quello che è fatto non è finito ed il finito non è fatto, per questo rinunci alla tua etichetta per apparire come opera e ti abbandoni invece di ostentarti per essere opera. 
Il tuo processo è la ragione di te!

GENERAZIONE TAVOR - E SE DOMANI! 




Non ti piace chi esita nell'avanzare, non ti piace l'indecisione, non ti piacciono le faccie inespressive, non ti piace chi vive immaginando di essere attaccato da ogni lato, non ti piace chi mostra di essere allertato senza sapere bene da che parte girarsi, non ti piace chi è privo di segni. 
Non cancelli, cancellare vuole dire ritrarsi e tu non ti temi, non più, eviti la chiarezza, la chiarezza e la nitidezza distinguono e separano; ti fidi del potere della tua intuizione accordato dalla mente, in fondo chi l'ha detto che mente? 
Sei non presente, una atmosfera diffusa, disseminata, dispersa ed inafferabile, la tua presenza isola e forse influenza, non ingombri ma avvolgi. 
Sei vento evanescente oltre il limite del sensibile.





Generazione Tavor - Road Tripping!



Non sei mimetico, ti concepisci taoista, ti rappresenti per tornare alla sorgente del fenomeno della tua figurazione che fa scaturire la tua realtà. 
Rispetti la tua informe capacità recettiva prima che le forme ti si impongano, la tua ricezione la dispieghi e la tua forma esiste, emerge il tuo visibile dal fondo invisibile di te. 
Ma tu esisti sul serio? Esisti se provieni, la provenienza ti fa emergere dal fondo indifferenziato, altrimenti come potrebbero individuarti? 
Sei un pozzo senza fondo da cui tutto emerge e dove chi ha toccato il fondo s'immerge! 
Sei un configurato senza configurazione, una immagine priva di particolari, qualcosa di evanescente che lascia essenza, sei privo di forma ma non informe, non sei contemplabile ma da scrutare nella tua infinita configurazione del possibile. 
Sei una forma non chiaramente percepibile, ma come cazzo sei? Chi cazzo sei? Niente e nessuno, sei il meravigliosamente naturale che fa comunicare, non hai limite di specificità, chi ti codifica ti forza!

Generazione Tavor – Snow!

Non sei vecchio, non sei giovane, non sei neanche di mezza età, non trotti e non galoppi, lavori incondizionatamente sbarrando la porta agli altri che non ti vorrebero fare lavorare; non vorresti neanche studiare e non desideri farlo, vuoi solo il tuo limbo vegetativo, ti è dovuto.
Vivi lungamente in degenza tra le tue pareti domestiche, in fondo senti l'impossibilità dell'autonomia, l'autonomia è impossibile, inapplicabile, utopica e frustrante.
Le tue competenze? A cosa servono se sei privo di forze? Sei un uomo medio, accetti tutto in silenzio ed ostenti una forza ed una personalità che non hai solo attraverso il web, stai male me ritieni e proclami di stare benissimo, altrimenti a cosa servirebbe la parola?


GENERAZIONE TAVOR - LAVORARE STANCA!!! 



Le tue stagioni sono il quadro d'insieme che ti serve a determinare le cose, convivi però con difficoltà con la memoria; il passato appesantisce troppo il tuo presente, si ritiri il passato dato che non è essente e fai fatica a tenerlo presente. 
Sei circondato da icone che ti rendono visibile, cosi visibile da arrivare a cancellarti, nasconderti e coprirti alla vista, anche alla tua, sei un puntino tra la massa che non si mostra; non è un problema però: detesti il superficiale ed anche il manifesto. 
Sei legato all'invisibile e questo ti spinge verso il tuo limite, hai la patente della latenza ma nonostante questo anche tu ti manifesti. 
Sei in grado di nascondere per questo non hai nulla da celare, sai che manifestarsi senza nascondere nulla è debole e superficiale, non ti piace neanche chi nasconde senza saperlo fare, non t'interessa, quando ti specchi non t'interessa. 
Il nascosto è la tua chiave interiore, il pozzo senza fondo dove c'è il magnete che ti libera dallo sterile, nel privo di fondo c'è la tua pregnanza. 
Nella rete, nell'interconnessione e nella confusione la tua presenza spicca per assenza e spicchi nella confusione, ritrovi la sorgente del tuo segno originario.






TAVOR - Stokholm syndrome



Il caos del tuo fenomenico caso non trova pace nel tuo processo, questo digitale riproduce solo pattern visuali di rappresentazioni effimere del mondo, rinforza il caso di ogni suo prodotto. 
Sei un compromesso tra il caso naturale e la tua formalizzazione di esso, una falsa notizia fatta e subita. 
Non trasformi la tua opera in merce, la merce sei già tu, c'è chi ti compra, chi ti vende e ti svende a tua e sua insaputa, la tua spiritualità la consideri un bene reale da potere mercificare, sei esonerato dal compito di produrre ma per farlo ti sopprimi, sei un opera solo quando non operi. 
Il linguaggio non è il tuo mezzo è il tuo fine, la tua parola viaggia in rete ed entra nelle case altrui, gratuitamente, l'asservi alle brutalità eteronome del caos emotivo, sociologico ed economico. 
Ti esponi all'avventura del caso, della merce e della contaminazione, sovverti la natura e la struttura dell'oggetto te, sei irriproducibile.

GENERAZIONE TAVOR - LUCKY MAN!



Ti formi solo quando sconfini dalla tua forma ed accetti la tua informità, esisti se prevarichi sul momentaneo limite, non puoi essere scuola se vuoi fare scuola, non sai fare il gioco di chi vorrebbe il contrario, non dici ma lasci dire, non fai e lasci fare. 
Il tuo è un movimento emotivo fatto di un insieme disordinato di sensorialità. 
La tua capacità d'elaborazione pregiudica te, l'intellettualizzazione ti rende sofisticato e complesso, inchiodato ed inebetito nel tuo corto circuito. 
Sei amorale e senza limite, questo ti accomuna ad i predatori cui non vorresti somigliare, non sai se sei un politico che fa l'uomo o un uomo che fa il politico, sei il dittatore del tuo spirito che a volte non ascolti, in cuor tuo sei un vigliacco ed un criminale, un ladro ed un devastatore e per questo non reclami giustizia, la giustizia è l'anticamera dell'odio verso il diverso da te e tu sei diverso da tutti. 
Resti tranquillo e non ti lanci in azioni nocive rispetto alla ricerca del nuovo, cerchi il nuovo vestito d'indifferenza.

TAVOR: Ciao amore, ciao!

Rifiuti con decisione la beatificazione e la glorificazione dell'ipermodernità, essere interconnessi globalmente su questo pianeta terra ti da la sensazione che lo spazio sia qualche cosa di lontano; nonostante tutto credi che il mondo che configuri come reale esista sul serio, a peso morto ti getti tra le fiamme, sei oltranzista e per questo oltraggioso; cinico ed isterico, un frammento del grande caos sociale, etico e morale che circondandoti ti influenza. 
Non sei giovane, non più, sei spaesato ora che la tua definizione non passa più soltanto per la semplice contraddizione del vecchio; sei un Hitler che vorrebbe liberare l'arte dalle parole vuote. 
Accarezzi il sogno dell'unità che passa per la negazione delle etichette, non lo realizzerai e lo sai. 
La proprietà è quella cosa che unisce capitale ed operai, che porta gli operai a lavorare e scioperare per il capitale, rifiuti il concetto di proprietà non desiderando quello che non hai.



HATE SPEECH - GENERAZIONE TAVOR! 



In fondo, lo sai bene, sei soltanto, semplicemente una serie di circostanze a cui tenti di dare e ridare un senso compiuto, sei solo una risultante vettoriale tra le infinite possibilità energetiche del caso nel caos che ti ha generato e dentro il quale ti muovi. 
Chi ti osserva pensa distratto che forse perseveri nell'errore percorrendo strade sbagliate, fai fatica a fare comprendere che sei solo un normale errore, come il negroni sbagliato, sempre discutibile, ma se a qualcuno piace sbagliato che problema c'è? 
Diffidi della rete, lo vedi che è mossa dalla rivoluzione finanziaria e dalla sua crisi, certo di per sé è solo uno strumento, uno strumento neutrale ma strumentale alle speculazioni finanziarie globali, niente d'alternativo, solo un diversivo, non certamente un detersivo..., la rete sciacalla su tutto, tu connetti la tua anima e non riesci più a farla volare, non si disconnette, non si disconnette più! 
Non ti piace il sindacato, non lo vuoi, non ne richiedi la rappresentanza, non lo deleghi, in fondo chi è? Cosa è? Un organo come tanti che non si occupa di te come lavoratore ma di te come consumatore, il datore di lavoro è il vero produttore libero di operare come cazzo gli pare, come pubblico lavoratore a momenti non esisti più, finisci col dipendere sempre di più da i tuoi utenti, i lavoratori del domani che dipenderanno dai loro utenti di domani, tutto qui, tutto così... 
Come resistere? Resisti se cancelli l'esistente e rifiuti la convenzione e le convinzioni ed armato esclusivamente della cognizione di te riparti da zero, per questo senza colpe ricevi le pietre, sei uno scandalo ad oltranza senza motivo, ti volgi contro precedenti ammiratori, cerchi anche tu l'applauso ma solo a ragion veduta, cerchi e ricerchi la tua opera d'arte.


TAVOR

Non conosci senso di colpa, non distruggi ed al limite autodistruggi, non ferisci nulla che non sia te stesso, ti sfinisci, ti indebolisci, non tolleri l'intima relazione che hai con il cosmo. 
Non ami la tua arte, ti disgusta, non cerchi comprensione e neanche la definizione, ti consideri un pretesto per l'ignoto, aggredisci come fossi un asceta criticamente ironico.

Waterboarding! 



Non ti accontenti di un mondo esteticamente bidimensionale, non hai solo gi occhi, ti muovi forte di cinque sensi e dinapi tutto con grande naturalezza nella tua cieca lucidità d'innamorato. 
Non sai osservare le cose per come sono, cerchi un contatto d'anima, sei un nodo, una ricetrasmittente, un impiegato del pubblico. 
Non t'interessa patinare la miseria, ti piace comprendere le cose per ciò che sono e non nascondi ciò che non vuoi che non esista sotto lo zerbino; la tua vita la consideri come grano, semini con la consapevolezza che sarai macinato, il successo è la peggiore cosa che ti possa capitare, l'auguri al tuo nemico e forse il successo crea il tuo nemico..

Nausei nella tua ricerca di compassione e di comprensione, quando lamenti e lusinghi stili di vita che non sono i tuoi, non cambieresti mai la tua disperazione, la ami, saresti incapace di essere diverso da come sei; fai sorridere quando ragioni con piglio sicuro sull'arte, sei debole e fragile e proprio nell'arte c'è la mappa topografica di tutta la tua anormalità, ti ami e ti subisci attraverso quella che chiami la tua arte, arte che tu declami averti salvato la vita, in realtà te l'ha tolta. 
Visto dalla giusta distanza sembri un folle, un irragionevole, ma a te sostanzialmente cosa fotte? Chi è il padrone di te? Tu, la logica o la coerenza? 
Non riesci proprio a trovare qualcosa di più coerente e logico dell'illogico, ti muove solo il bisogno, solo bisogno.... 
In testa hai riprodotta ciclicamente l'esplosione che sembra l'attimo prima del big bang, quella cosa che ha fatto nascere e confinare il sistema universo che dal tuo punto di vista sembra immenso ma in realtà è piccolo quanto il tuo orizzonte visivo, ti cerchi, ti cerchi, impudico, impertinente, senza vergognarti per svergognarti.
L'arcaico, il violento è dentro di te, con te, tu non sai bene il perché, fingi che il tuo lato violento non esista; soffri la trasformazione e soffri per trasformarti e questo ti frastorna. 
Tenti di capire ascoltando il tuo silenzio ma è difficile non inquinarlo... 
Sai che ci sei solo se dai e ricevi sempre, forse però dai troppo e ti ritrovi puntualmente con un bilancio in perdita, allora rendi meravigliosa la sconfitta, perdere può essere bello se ci si diverte giocando, in fondo vivere è sapere ingannare il tempo che passa, ma il tempo passa oltre la dimensione dell'universo? 
Il tempo che passa ti scassa, schianta, scamazza e fracassa; osservi il tempo dalla tua dimensione e crei il tuo di universo, a tuo uso e consumo personale, forse sei un folle ma che meraviglia desta certa follia. 
Allontani con fatica, grande fatica il bipolarismo indotto dal pensiero politico e mediatico, sperimenti l'ascolto dei tuoi sensi e dell'energia che produci, diventi estetica di te, ti racconti calandoti nella profondità del tuo animo finendo per scoprire quant'è assordante ed inevitabile la tua solitudine; niente effetti speciali, niente emozioni sintetiche e virtuali, non sei un uomo del ventesimo secolo e neanche del ventunesimo secolo, sei solo e semplicemente un uomo. 
Non capisci bene quale è la soglia della tua pazienza, non è una forma di talento la pazienza e neanche di merito od originalità, non ha neanche forma la tua pazienza, fluida scorre con il tuo tempo in maniera che non sai quantificare in km orari.

Cagliari Elmas, area sterile, il non luogo Cagliaritano dove ci si muove come avvolti, un nodo di rete ed i nodi si sa, creano sempre qualche problema, il nodo è quel punto che quando scalpelli appare invalicabile, tutto molto asettico, gli accenti e le lingue cambiano a seconda della destinazione, dove si va? Perché si va? Forse c'è un motivo e forse no ma ci si muove, per esigenza naturale o per voglia di esplorare, in fondo i non luoghi, questi insignificanti nodi di rete difficili da scalpellare ed impenetra.
Hostess si lamentano per la condotta dei loro colleghi: questo non è un uomo è una donna, dove sono finiti gli uomini? Gli uomini sono scomparsi e stanno scomparendo confermo, ogni tempo ha il suo male, mi guardi concupiscente senza forse capire bene....
Milano che cosa è? Dove consumi? Cosa consumi? A destra o sinistra? Lega nord, la padania, il mi art, Giancarlo Politi e Gea Politi, Flash Art, un alcolizzato schiantato al suolo con Flash Art nella tasca della giacca e tutti quanti insieme andiamo verso qualche cosa, ma verso dove? Dove andiamo? Sconfiggi i tumori, sconfiggi i cancri, debelli gli infarti ed inserisci gli allarmi onde evitare che qualcuno si inserica, ti narcotizzi derubandoti e ti lasci gli scarti....., calda e caliente Milano, ma ci sono stato sul serio, troppo calda, la luce forse è un pò opaca, meno giallo, ma il caldo è lo stesso, manca il vento del mare, il maestrale dove è? Il mare dove è? Moda e arte, arte e moda, la capitale della moda è sempre alla moda? Non capisco qualche cosa ma qualche cosa la capisco, girano i visitatori al mi art lobotomizzati, quasi ipnotizzati, qual'è il rapporto tra arte e pubblico? Quanti stand, quanti biglietti, ma quanto costa un biglietto? 15 euro, e se in un giorno non riuscissi a vedere tutto? Tre giorni tre biglietti da visitatore per un totale di 45 euro? L'arte cosa è? L'arte dove è? Se tu artista dovresti avere un alto valore simbolico e racchiudere le suggestioni della tua comunità che ti conferisce l'investitura dell'essere artista, che ti consente la rappresentanza simbolica di un contesto affettivo e comunitario, come mai non riesci a comunicare con la tua comunità ma solo con chi la governa?

Il collezionista, il tuo collezionista è il tuo principe, sente il tuo fascino, ti annusa, vorrebbe incontrarti, conoscerti, frequentarti ed ascoltarti, vorrebbe sapere per tenere per sé come un custode segreto le tue opinioni sul mondo, sa bene che non sei un artigiano, sei un pensatore ed i tuoi pensieri lui lo sa bene hanno un costo se tu non hai la forza di liberarli, se li liberi non hanno prezzo.
Il valore dell'arte è nel senso che tu le attribusici, io ho scelto il pubblico e comunitario, tu che ti muovi su traiettoria di ricerca economica finalizzata a capitalizzare hai bisogno del gallerista, del curatore e del collezionista, io no, non sono un artista?
Mi servirebbe un critico? A che cosa scusa? Ad ispirare, promuovere e divulgare il mio pensiero?
Ma sul serio sei convinto che la mia massima ambizione sia il desiderare entrare in un museo d'arte contemporanea? Ma pecché? Per mummificarmi in vita?
Perché mi cerchi collezionista? Vorresti conoscere l'arte e le sue problematiche e vivere appieno il tuo tempo tramite il possesso di me, speri di trovare in me la traccia del tuo passaggio su questo pianeta: EGOISTA!!!




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