venerdì 24 agosto 2012

Documenta a Cagliari

L'avevo scritto nel 2004 su Exib Art e purtroppo per noi non mi sbagliavo, Documenta si smista a Kabul, il pensiero unico d'artista ed il suo mercato mascherato da cultura libera, libertaria e liberista approda in una terra depredata.
La Direttrice dello scempio è Carolyn Christov Bakargiev, i curatori che fingono d'estirpare il cancro trapiantando il tumore sono l'italiano Andrea Villani e Aman Mojadidi artista afghano americano (quanti Obama producono gli States convinti di dimostrare così la loro tolleranza interculturale?
L'afghano americano mira a dimostrare che la guerra produce fatti ma l'arte può rispondere producendone superiori, il presupposto è che l'arte ed il suo valore simbolico non va determinato dalla comunità ma da una cultura di ricerca superiore che può elevare per un popolo barbaro spirito e coscienza.
La stampa specialistica ci informa che molti artisti afghani prima ritenevano di non dovere essere influenzati dalla cultura occidentale e che la loro cultura artistica fosse puramente distillata, piano piano hanno riconosciuto che le identità fisse non esistono, sono una invenzione, capiscono che la cultura è ibrida e diventano curiosi.
Duemilasettecento visitatori.
Altra sede di Documenta? in Egitto, Al Cairo, grandi sale dedicate ad artisti arabi selezionati in base al livello di occidentalizzazione del pensiero, privi di finanziamenti pubblicitari, arte indy, tira di meno nonostante sia ospitata al Hotel Viennaise.
A questo punto prevedo documenta future in una Siria liberata non in Ecuador dove il fondatore di Wikileaks Assange ha trovato rifugio in una sede diplomatica a Londra, Wikileaks ha un peccato originale rispetto a Documenta, l'avere mostrato gli omicidi collaterali e gli elicotteri Apache che a Baghdad uccidevano in maniera indiscriminata civili, il vero volto della guerra in Iraq ed a Kabul, ma non finisce qui questa pazza estate dell'incoerenza artistica, a Londra la Tate Gallery rifiuta una donazione di opere d'arte di Saarchi stimate in trenta milioni di sterline, dal cuore dell'impero arriva una news d'alta finanza da ascoltare: La crisi economica globale rende insostenibile il mercato gonfiato da parte del privato nel pubblico.
La Tate forse comincia a dire basta alle speculazioni mascherate da donazioni.
Intanto cosa succede nel sud dell'isola, montano i primi malumori per un summit organizzato dal Man sulle realtà espositive isolane ed isolate, lo scopo è quello di mappare per futura memoria il sistema dell'arte isolano ed isolato, anacronismo a parte che vuole ancora l'artista impossibilitato a curare direttamente il proprio lavoro impossibilitando ad escludere la rappresentanza curatoriale ed escluderlo se non colluso non si può non pensare a Kabul ed a come si stia lavorando per appiattire il gusto e continuando a parlare di crescita si prendeva l'isolano per il deretano.

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