mercoledì 24 ottobre 2012

Il fatto quotidiano e Politi

"Il Fatto Quotidiano" è  pessimo, giustizialista e di destra sociale, populista più che popolare, fondato sulla pubblica gogna che vende e svende piuttosto che sui diritti del pubblico, è l'unico che però nelle sue analisi spicciole si orienta attraverso Flash Art, ragiona sul sistema ma non offre mai altro. Certo da consumatore passivo mi potrei gongolare a vedere etichettato Politi da Malcom Pagani 
come un "apologeta che rivendica" e di Ornaghi che dichiara ad una giornalista: "Melandri ha avuto una legion d'onore e una laurea honoris causa. Io ne ho due, lei ne ha conseguito qualcuna?", ma poi penso che le analisi dovrebbero andare oltre la presa per i fondelli e le squalifiche e che un altra informazione invece che seguire tam tam preconfezionati potrebbe cercare altre notizie, altrimenti non si fa cultura ma la si nega senza rotta di direzione.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Insomma il nuovo presidente del Maxxi non è un banchiere o un finanziere che poteva direttamente cercare investitori, stipulare accordi e sponsor e quindi finalmente emancipare di fatto gli interessi privati dai fondi pubblici degli ignari contribuenti.
Il Maxxi è come polo di comunicazione del mercato artistico e del turismo culturale fondamentale dal punto di vista strategico, il New York Times nel 2010 scriveva: americani se siete a Roma visitatelo!
La storia è inquietante l'ex presidente Pio Baldi è stato costretto a Maggio alle dimissioni pur con un bilancio consultivo attivo di un milione e seicento mila euro, non poco, si è parlato di risanamento forse non necessario che ha materializzato un milione di euro dal ministero e quattrocentomila euro dalla controllata dello stesso Mibac.
A brevissimo sapete quanti denari gireranno attorno al Maxxi? 25 milioni per la costruzione del palazzo Fendi ed altrettanti per occupare, il presidente valuterà gli appalti pubblici con concorso, soldi e stanziamenti privati in un bene pubblico.
Alla luce di questo, un museo che dovrebbe essere pubblico riuscirà ad essere indipendente? Non si sta contaminando un luogo nel suo territorio dalle fondamenta?
Il Ministero gestirà in prima persona un importante nodo della comunicazione artistica contemporanea italica, visto come è trattata la pubblica istruzione artistica in Italia, siamo in buone mani?

Nessun commento:

Posta un commento