sabato 16 febbraio 2013

L'arte è un piatto da consumare freddo

L'arte ha bisogno di creatori e di consumatori.
Il creatore/creativo deve essere motivato a creare e per farlo non deve trovare gratificazione nella sua società, deve con difficoltà inserirsi in una scala sociale gerarchica basata sulla produzione di beni di consumo.
L'artista sa che è praticamente impossibile giudicare il valore di una opera, i criteri di valutazione sono mobili, affettivi e non logici, questo è il territorio reale di consolazione dell'artista narciso, quando non è stimato si presenta come non compreso.
Comunque legato a tempi, luoghi e spazi sociali appartiene non a se stesso ma alla sua epoca, la sua è solo una sintesi di chi lo ha preceduto e una reazione a cifre e codici imposti.
L'opera e la vita di un artista hanno un prezzo, il prezzo della creazione e dell'ammirazione per l'originalità linguistica, ma opere e opera-azioni originali devono per forza discostarsi dalla norma del criterio e del giudizio, per cui il giudizio e la stima immediata non arriveranno mai.
L'arte è un piatto da consumare freddo, come la vendetta, l'arte è la vendetta dell'artista stesso.



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