mercoledì 19 giugno 2013

Art Basel raccontata dal Direttore di Flash Art

Art Basel: e dopo?

Art Basel 2013 ha rappresentato la più spettacolare kermesse d'arte dei nostri tempi. Opere gigantesche (Unlimited) e già costosissime a realizzarsi, ma anche opere difficilmente collocabili per lo spazio che richiedono. A meno che non siano già state realizzate per entrare in collezioni private o spazi istituzionali. E stand spettacolari, da museo, con opere milionarie, bellissime e alcune mai esposte sino ad ora.
Un'opera di Rudolf Stingel, composta di 5 pezzi, da Massimo De Carlo, pare sia stata venduta per oltre due milioni di euro. 
Comunque tutte le opere di Stingel presenti in fiera, sono state stravendute. Effetto della mostra a Palazzo Grassi oppure continua l'onda lunga di Gagosian? In ogni caso in questo momento è uno dei rari artisti al mondo con un mercato vertiginoso e reale.
Art Basel 2013 credo sia stato il trionfo del mercato più vario, a volte anche un po' selvaggio. Mi raccontavano alcune gallerie che sono arrivati investitori internazionali, spesso francesi, con borse stracolme di euro: forse hanno pensato che sia meglio comperare arte che lasciare il 75% in mano al fisco francese di Hollande.
Certo, a giudicare dagli ultimi anni e da questa Art Basel 2013, bisogna ammettere che il sistema dell'arte è molto cambiato. Sopratutto per chi, come me, ha visto nascere in modo molto spartano Art Basel (dove sin dalla primissima edizione nel lontano 1970, Flash Art era presente con un banchetto smontabile davanti all'ingresso): in quella prima edizione stipulai con i fondatori Trudi Bruckner, Balz Hilt ed Ernst Beyeler un accordo di partecipazione, assolutamente inedito per quei tempi, con un cambio merci (pubblicità contro uno stand interno), portando con me anche Artforum e Art in America. Infatti nel 1971, all'interno della fiera, in posizione privilegiata, erano presenti quattro riviste: Flash ArtArt ForumArt in America e una rivista edita dalla galleria Maeght e diretta da Jean Clair di cui ora mi sfugge il nome. Altri tempi direi, con numerose gallerie bellissime ma al limite della sopravvivenza. Eppure con opere straordinarie di Bob Ryman (una sua recente opera è stata venduta a 7 milioni di dollari: io ne acquistai 2 al prezzo di 250 mila lire di allora, da Annemarie Verna), Walter De Maria, Sol LeWitt, ecc. Veramente si parla di preistoria del mercato dell'arte. Eppure si tratta di 40 anni fa.
Io e numerosi osservatori che hanno conosciuto quei momenti, ci chiediamo: quanto durerà? Speriamo all'infinito, rispondiamo. Con qualche perplessità e toccando ferro.
Giancarlo Politi


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