sabato 29 giugno 2013

Il terzo millennio è l'illusione dell'artista ribelle

Il terzo millennio è l'illusione dell'artista ribelle

Certi artisti sono patetici nell'usare la diffusione della tecnologia per poi dichiararsi contro il sistema.
L'unico sistema che realmente mettono in discussione i new media è quello degli intermediari, quello che vuole l'artista rappresentato da un "addetto ai lavori" (un critico, un curatore o un gallerista).
Internet, smart phone, navigatori satellitari e social network, non hanno solo lo scopo di facilitare vite e arricchire multinazionali a costi contenuti, ma anche quello di tenere lo stesso artista presunto ribelle sotto controllo.
Tutti conoscono o possono conoscere direttamente il suo viso, quello dei suoi cari, i suoi gesti, le sue qualità, difetti, spostamenti di lavoro e quant'altro.
Tutto sotto controllo, database possono formulare con grande facilità anche modelli predittivi del loro comportamento futuro.
Insomma il presunto ribelle produce per essere poi catalogato informaticamente e vedere ceduta o capitalizzata la sua produzione al soldo di multinazionali e industrie su cui si fonda l'economia della nazione di riferimento.


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