lunedì 16 settembre 2013

Lo squillo installato


Le suonerie dei cellulari. Che colgono di sorpresa, quando sei in mezzo alla gente. Mi infastidisce il solo pensiero, forse perchè la mia generazione ed io non ci siamo mai abituati davvero al cellulare. Andavamo nelle cabine a gettoni, oppure si chiamava da casa a casa. Molti pensieri a proposito di come hanno cambiato l’idea di essere individuo e non parte di una famiglia, di una struttura che ha un numero di telefono ma diverse persone che possono rispondere a quel numero. E poi: la suoneria, quale. Musichette, vibrazioni, ora con i nuovi cellulari veri e propri brani musicali. Guardo a chi corre la mano in tasca. Ha scelto quella suoneria. E’ come se per un istante al suo abito si aggiungesse qualcosa. Avrei mai detto che quel personaggio avrebbe usato quella musica piuttosto che un’altra? Non la trova imbarazzante? Lo squillo del cellulare è come un moto vocale incontrollabile, che per un attimo dice a tutti quelli che sono a portata di tiro chi siamo. ll pigolio di un uccello che prima era nascosto tra i rami, ed ora si è rivelato. Allora alziamo lo sguardo, e cerchiamo di scorgere quale razza di volatile sia, che emette quel verso. Per questo, la mia ultima installazione, The Heap, ha un cellulare incorporato, che è possibile chiamare, far squillare a distanza, mentre è esposta.



1 commento:

  1. Bel pezzo, il numero del cellulare lo hai solo tu? Ti chiami da solo e ti sdoppi nel tentativo di connetterti o è una scheda alla quale ti chiamano di solito?

    RispondiElimina