martedì 22 ottobre 2013

L'omissione artistica? Un reato della memoria.


L'omissione artistica? Un reato della memoria.

Direttore,  le scrivo di un isola che gli stessi quotidiani locali rappresentano come una terra impossibilitata a conservare la cultura e la memoria dei propri artisti e senza cultura e memoria non esiste un linguaggio artistico vivo con le sue specificità identitarie, il perché di questa disattenzione? 
Forse da troppo si è abituati in questa terra a bistrattare i propri prodotti e le proprie produzioni, oltre che la propria lingua.
 Le racconto una storia,  quella del "Rockbus Museum" a Campo Pisano, l'ex Presidio degli Ex operai Rockwool, che hanno trovato sostegno e visibilità attraverso l'opera e la produzione di artisti che a costo zero e svincolati da logiche sindacali, di contributi e di marketing hanno sostenuto la vertenza nel territorio dove si consumava, contribuendone a diffonderne le cause e le ragioni anche in dei momenti dove i media, la politica e l'informazione di massa puntavano i loro riflettori altrove.
 Su e in quel bus sono intervenuti artisti visivi isolani (e non) di assoluto rilievo, penso a Bob Marongiu o anche a Federico Carta (Crisa) che  Pinuccio Sciola ha indicato come suo erede possibile per la riqualificazione artistica di certe aree cagliaritane, quel bus è diventato simbolo di resistenza e di attribuzione di senso reale del valore dell'arte e della cultura in un territorio dove le istituzioni sembrano ignorarlo (non a caso la Sardegna è la terra con il maggior numero di Sculture di anonimi in anonime rotonde che nessun visitatore e turista contemplerà mai a meno che non si fermi con l'automobile creando incidenti a catena).
Gli ex operai Rockwool sono tornati al lavoro e la loro vertenza nell'isola è forse l'unica al momento dal lieto fine, quello che non si sa è che il Bus contenitore di arte e cultura, è restato a Campo Pisano dopo essere stato proposto dagli stessi lavoratori alle istituzioni, in memoria del loro percorso di lotta e di resistenza con gli artisti che l'hanno accompagnato; istituzioni che entusiaste a parole nei fatti nicchiano e sembrano imbarazzate davanti alla possibilità d'acquisirlo a costo zero, questo non è forse vergognoso e provinciale? Non è forse un ulteriore maniera di rifiutarsi di conservare, preservare e raccontare una memoria? A volte dimentichiamo che per cancellare la storia e la memoria basta semplicemente rifiutarsi di acquisirla.

Con affetto, Domenico "Mimmo" Di Caterino

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