venerdì 11 luglio 2014

Uccidere il patrimonio artistico? Uccide!

"Con soldi dell'America's cup sai quante manutenzioni si potevano fare? Quante persone potevano lavorare? Quante morti ingiuste ed orrende si potevano evitare? non c'è bisogno di andare indietro di vent'anni c'è bisogno di un capovolgimento nelle priorità dei cittadini !" 
Guido Cabib, gallerista e curatore d'arte contemporanea.

"Napoli cade a pezzi e nessuno fa niente. A Napoli i soldi non ci sono mai, meno che mai per fare la manutenzione. A Napoli fai una segnalazione e nessuno si preoccupa, nessuno dà l'allarme. Poi succede che l'intera facciata di un palazzo cada in pieno giorno e per miracolo non c'è una strage. Accade che un albero cada su una donna che passava con l'auto e la uccida, oggi è toccato a un ragazzino di 14 anni colpito da un pezzo di cornicione, morto per salvare gli amici. Adesso basta: la responsabilità sarà pure di qualcuno no? Non è possibile che non ci sia mai un responsabile! "

Maya Pacifico, artista, critica e curatrice napoletana. 

"Perdonatemi, soprattutto voi colleghi dell'arte, se in un momento come questo mi viene da interrogarmi se è normale che la miriade di riviste - culturali - che circolano copiosamente in questo paese, scrivono righe ricche di sentimenti sdegnati e anti-istituzionali quando c'e' un crollo a Pompei e nemmeno un cenno se per colpa di un crollo di un altro monumento muore un ragazzo. Se si fosse anche solo ferito qualcuno in uno dei tanti crolli a Pompei le varie riviste d'arte e cultura sarebbero uscite coi titoloni, invece? parlare del degrado cui vertono i monumenti nazionali diventano così solo occasione dove i reali interessi delle testate mi sfuggono?".

Marianna Agliottone, curatrice d'arte e critica.

STEP 1:
Il fatto è che Salvatore Giordano è morto. 14 anni, morto travolto da calcinacci cascati dalla Galleria Umberto primo di Napoli. Sarei potuto essere io o chiunque sappia cosa vuole dire nascere e crescere a Napoli. Ucciso non dalla camorra, non da un capo ultra di una destra politica nazi/xenofoba o da un fidanzato geloso, ma da uno dei principali monumenti di Napoli. Non per colpa del monumento, ma per le inadempienze, la pigrizia, l'egoismo, la stupidità della pubblica amministrazione Italiana tutta. Perchè la sicurezza e la prevenzione sono un "costo". Il buon senso vorrebbe venissero individuati i responsabili, i colpevoli, ma chi sono? 
Sul serio possiamo sperare che si Indaghi su come sono stati gestiti negli ultimi 20 anni, fondi e attività di manutenzione?
 Come sono stati eseguit i lavori di ristrutturazione della Galleria Umberto? 
Come sono stati fatti i collaudi delle "opere realizzate"? 
Quali le imprese esecutrici dei lavori?
 Chi erano i direttori dei lavori? 
Quale era il ruolo assunto dagli organismi di vigilanza e di tutela (Asl, vigili del fuoco, polizia municipale, Soprintendenza ai beni ambientali, burocrati comunali) e dai proprietari, condomini, bottegai che hanno sempre padroneggiato nella Galleria Umberto? 
La cosa realmente triste è la consapevolezza che nulla cambierà, nessuno avrà la sensibilità e la volontà per porre fine a queste ed altre tragedie umane e artistiche. Salvatore è stato un ragazzo sfortunato, una tragedia si dirà, ma questo non alleggerisce le responsabilità, di chi sta trascinando l'Italia e la sua cultura sociale, politica ed economica, in un turbine di vergogna etica e funzionale. 
Ci saranno i soliti rimbalzi di competenza su quel cornicione tra le parti, nonostante si stia parlando, di una delle strutture più in vista e trafficata di Napoli. Con questo pezzo, da napoletano che in quei luoghi ha vissuto e percorso quotidianamente, mi unisco a tutti coloro che addolorati e impotenti, si sentono vicini alla famiglia del giovane Salvatore. Ciao Salvatore, riposa in pace. Sei diventato un angelo.

STEP 2:


L'omissione del degrado sui media specialistici nazionali?
 Pompei è uno spot cartolina a cielo aperto; garantisce un flusso turistico permanente apposito vista la sua importanza storica e trasversalmente apre una contesa giornalistica e mediatico informativa bipartisan, passando anche per le riviste d'arte specializzate, che possiamo fingere che non siano politicizzate ma sappiamo bene che lo sono, anche solo perché Direttori o redazioni strizzano l'occhio a questo o quel politico di riferimento per questo o per quel progetto che magari vede coinvolto lo stesso curatore "addetto ai lavori"(o giornalista? Questo già crea un conflitto d'interesse di difficile gestione tra interesse pubblico e privato). 
Proseguo il ragionamento solo per sbrogliare la matassa, il coro all'unisono mediatico che passa anche per le riviste specializzate, per il governo Renzi, il quale lo si voglia o no, per l'arte e la cultura, non sta facendo e stanziando nulla, certo ha liberalizzato il selfie, ma t'immagini se ci fosse stato anche un selfie di un turista di fronte la tragedia di Salvatore? 
Napoli sta cadendo a pezzi come neanche nel post terremoto e siamo in un momento bellico dove siamo in ostaggio di interessi bancari e non si sa sul serio dove racimolare un centesimo, tutto questo con un sindaco rosso, che per mandato popolare avrebbe dovuto investire proprio sulla cultura come propaganda della sua amministrazione. Ricordi la polemica del logo del Madre e dei suoi costi di gestione? 
Bisognerebbe cominciare a pensare come l'arte inutile in spazi chiusi e utile in spazi aperti e pubblici con manutenzione permanente, ma quanti interessi andrebbe a toccare una svolta del genere?
 Del pressappochismo diffuso e del portfolio di plastica dei vari Assessorati alla cultura vogliamo parlarne? 
Dei legami di questi con gli "addetti ai lavori" che con loro coltivano il loro orticello? Tutto questo è impossibile da raccontare e rappresentare, troppo fitto, troppo intricato, e forse è impossibile da vedere in questo sistema italiano dell'arte e della cultura, da sempre a dimensione del debito del contribuente...

"I commercianti della città che piangono in ginocchio perché hanno chiuso la Galleria Umberto dopo che è morto un quattordicenne innocente colpito da un calcinaccio vagante. Ma invece di mettervi in ginocchio non sarebbe meglio mettere mano al portafogli e contribuire alla messa in sicurezza del patrimonio culturale in cui avete il privilegio di avere il negozio?
 Si sa... il detto che vale di più è sempre "Chiagni e fotti"!" Maya Pacifico

STEP 3: IL MERCATO PRIVATO DANNEGGIA IL PUBBLICO.

Impossibile raccontare la realtà culturale e artistica contemporanea del nostro paese quando s'intaccano certi interessi e privilegi, questa storia è realmente sintomatica di cosa sta diventando il nostro paese, totalmente in ostaggio dei privati ai danni del pubblico, questo è l'azzeramento dell'arte e della cultura come processo di trasmissione linguistico del sapere. 


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