mercoledì 3 dicembre 2014

INCHIESTA DI ROMA: "non chiedere dov’era la Magistratura chiediti invece dov’eri tu" di G Angelo Billia.

INCHIESTA DI ROMA: "non chiedere dov’era la Magistratura
chiediti invece dov’eri tu" di G Angelo Billia.


Già, dov’eri quando i mazzieri fascisti venivano sdoganati dal satrapo di Arcore, nel silenzio accondiscendente e complice della cosiddetta “sinistra” parlamentare?
Ti sei accorto che la Camera dei deputati a suo tempo è stata assegnata ad un arnese fascista chiamato Fini e che lo stesso arnese fascista era Ministro degli interni ai tempi della “macelleria messicana”?

 Non ricordi che la Repubblica nata dalla resistenza ha avuto come Ministro della difesa un altro compare di mazza chiamato La Russa? 
Gasparri che imperversava pontificando sulle leggi della Repubblica mentre l’altro eia eia, Alemanno, andava a sporcare il Campidoglio, ti dicono niente?
Oggi ti meravigli scoprendo che la magistratura ne inquisisce alcuni perché, in combutta con altri fascisti, come loro, facevano quello che sanno fare meglio?
Domande oziose, lo so, eri troppo preoccupato ad inseguire la chimera delle coalizioni di “sinistra”, proprio quella che agitava la bandiera della giustizia sociale insidiata dai mascalzoni. 

A proposito, hai guardato qualche volta verso il basso, là dove finiva la bandiera e cominciavano gli uomini che la sorreggevano? 
Hai fatto caso al fatto che guardavano dalla stessa parte di quelli che tu ritenevi, giustamente, nemici della giustizia sociale?
Decisamente avevi troppo da fare, non potevi abbandonarti all’unica cosa sensata che si poneva: prendere anch’essi a calci non metaforici e rivendicare la centralità assoluta della Costituzione repubblicana.
Eh sì, perché, se non te ne sei accorto, anche nella vicenda romana emerge una certa trasversalità, come dire, di schieramenti, nell’apprezzamento dell’assioma secondo il quale i soldi non hanno colore, anche se, a ben guardare, l’unico colore che li accomuna è il nero.
Si dirà che è tutta “roba da magistratura”, la quale interviene e sistema. 

Considerazione semplice, adatta a coprire il dolce far niente più o meno “impegnato” di chi ancora preferisce inseguire chimere, anziché battersi perché la montagna di fango che ricopre la Repubblica venga lavato via.
Come ulteriore momento di riflessione, si pone l’argomento dell’attualità politica, anche in rapporto a questa indagine.
Singolare che il bubbone sia scoppiato quando, a tutti i livelli istituzionali il progetto parafascista è giunto alla logica conclusione dell’instaurazione di un regime reazionario, nel quale è davvero difficile scorgere qualche anticorpo. 

Certo, a sinistra la bocca è buona, quindi basta il vagito di qualcuno che si chiama idealmente fuori, ma si guarda bene dall’opporsi davvero, per far gridare al miracolo.
E ci vorrebbe davvero un miracolo per far capire la singolarità del fatto che l’inchiesta parte nel momento in cui nessun nocumento può venirne al regime. 

L’occupante di palazzo Chigi e l’inquilino del colle, pur essendo i passacarte più autorevoli del regime, sul versante inchiesta non hanno nulla da temere, così come non hanno da temere gli oppositori che, anzi, trarranno nuova ispirazione per dimostrare che gli “onesti” esistono e possono tranquillamente sostituire gli altri.
Ma tu, indignato dall’accaduto, non credi sia giunto finalmente il momento di abbandonare i trastulli inconcludenti e dedicarti veramente alla battaglia per scacciare i mercanti dal tempio della Repubblica?




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