lunedì 1 giugno 2015

LEGA E “COESIONE TRIBALE” di G Angelo Billia

LEGA E “COESIONE TRIBALE” di G Angelo Billia


Ho appena letto (sono un lettore masochista, lo ammetto), lo scritto di un tal leghista il quale, grondando di commozione per la festa del campanile del suo paese natio, tenta un’improbabile nobilitazione letteraria della stupidaggine più grande che un uomo possa sostenere.
La perdita della coesione sociale, secondo l’apprendista “scrittore”, è da attribuire all’aumento dei flussi migratori e all’ingresso di religioni diverse dalla “nostra”.

 A sostegno della sua tesi scomoda anche i celti, nostri progenitori, l’Europa del 3°secolo AC, i contatti con la cultura romana e greca; sono gli argomenti da cui fa derivare la coesione tribale, in via di perdizione ai giorni nostri.
In passato ho letto altri scritti simili e tutti avevano lo scopo di sostenere con argomentazioni paraobiettive, tipiche delle culture dedite all’attribuzione del valore dello scritto contando il numero di parole usate, la superiorità di qualcuno e l’inferiorità di qualcun altro. 

Chi fosse in dubbio si legga le argomentazioni a sostegno della “razza” ariana e della sua superiorità rispetto alle razze “inferiori”.
Per questo sé pensante “letterato” la storia non è altro che una serie di luoghi comuni talmente generici da essere antistorici. 

L’incontro tra la cultura celtica e quella greco romana è stato quanto di più traumatico si possa immaginare per l’epoca, così come lo è stato l’incontro delle varie componenti religiose. 
E come se non bastasse, la coesione tribale all’interno dei vari ceppi d’origine era tutt’altro che tale. Senza parlare, poi, dello scannatoio europeo di durata plurimillenaria, scannatoio dal quale occorrerebbe prendere le distanze, altro che identificarlo come una tradizione da rivendicare!
Fa veramente sorridere l’idea che ci possano essere ancora uomini incapaci di una veduta d’insieme obiettiva.

 Ciò che questo signore non sa è il fatto che i suoi antenati erano neri, esattamente come quelli degli altri europei, e provenivano esattamente dallo stesso continente dal quale proviene oggi la maggior parte degli emigranti.
Ho anch’io origini celtiche e conosco bene la realtà di quei paesi additati ad esempio nello scritto. Perché parlare della dedizione al campanile dei parrocchiani e tacere sul fatto che meno di un secolo fa gli stessi, organizzati per bande, se le davano di santa ragione ad ogni piè sospinto, con le bande organizzate dei paesi vicini? 

Eh sì, o non sa, oppure, più semplicemente, rompe la simmetria della balla tribale.
Credo sia appropriato terminare questo commento ricordando una grande verità storica: chi semina vento, prima o poi raccoglie tempesta.

 L’Italia è un paese nel quale abbondano i “tradizionalisti” che l’hanno dimenticato.




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