giovedì 2 luglio 2015

"Caso De Luca" di G Angelo Billia

CASO DE LUCA di G Angelo Billia



SIG. GIUDICE, LASCI STARE!


Da ciò che apprendo, sembra che il magistrato che si è occupato del caso De Luca, abbia spiegato la sentenza con l’esigenza di non modificare il risultato elettorale.
Pensi che ero convinto, prima della sua sentenza, che la Legge fosse uguale per tutti. 

Evidentemente non tenevo conto dell’inclinazione personale di chi, poi, è chiamato a far rispettare questo principio.
Se ciò che ho appreso corrisponde al vero, sono sicuro che lei si sente paladino della democrazia.
Lasci stare, la prego. 

Avrei voluto sentire la sua voce di cittadino morigerato quando il Governo, utilizzando un Parlamento illegittimo, sì, fuorilegge, dal punto di vista costituzionale, se preferisce, aggiungo eletto in modo illegale, si prendeva la libertà di cambiare la Costituzione e la stessa legge elettorale.
Che dice? 

Non è lei che deve giudicare? 
Ma santo Dio! 
Lei non si sente in dovere di spendere un po’ della sua morale “democratica”, a difesa della “democrazia” difesa nella sua sentenza?
In questo paese è vezzo comune attaccare quelli in vista per i loro stipendi, senza accorgersi che si focalizza una “sciocchezza” per nascondere la madre di tutte le rapine. 

Va beh, ma lei, nell’anonimato del suo conto bancario, è proprio sicuro di meritare ciò che le viene corrisposto per cotanto lavoro? 
Credo di sì, anzi, penso che si senta insufficientemente retribuito.
Sa cosa le dico?

 Nella mia veste di corresponsore, assieme ad altri, del suo stipendio, non sono d’accordo.
A mio parere lei merita d’essere pagato esattamente come lo meritavano i giudici del tribunale speciale.



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