venerdì 10 luglio 2015

"QUANDO SCATTA IL TROPPO PIENO" di G Angelo Billia


"QUANDO SCATTA IL TROPPO PIENO" di G Angelo Billia



Da un po’ di tempo posto assiduamente notizie di caduti sul fronte della crisi.
Non si tratta di necrofilia, né ho bisogno dei post sull’argomento per essere infuriato come una biscia con i responsabili. 
Semplicemente ritengo che, in questo modo, forse, questa macabra contabilità possa essere esplicativa più di mille parole, soprattutto se si tiene conto della censura infame calata da tempo sull’argomento.
Constato comunque, con rammarico, che fondamentalmente i più hanno “troppo da fare”, sono troppo presi dall’operazione di lucidatura del proprio ombelico, per rendersi conto che si tratta delle vittime di una guerra d’aggressione, che vede in veste di aggrediti le masse dei lavoratori europei e in quella di aggressore il capitalismo, sia quello produttivo, che quello speculativo, coadiuvato da istituzioni totalmente ad esso asservite, da masse di professionisti del malaffare politico, a volte anche definiti semplicemente politici, da media moderni che non hanno nulla da invidiare a quelli del minculpop di memoria mussoliniana.
E’ così, il capitalismo ammazza più dell’ISIS (una sua creatura), e lo fa in modo subdolo, poco appariscente.
 Chi si uccide lo fa lontano dalla ribalta, nel silenzio di una disperazione figlia della mancanza di alternative, e chi ha pronunciato la sentenza spesso non ha nemmeno avuto bisogno di muoversi dal suo ufficio: una pratica evasa, una raccomandata, qualche volta l’ufficiale giudiziario. 
E a sera gode i frutti del sinistro mestiere in famiglia, senza l’ombra di un ripensamento.
Si tratta di una mattanza più affine all’ideologia del campo di sterminio che a quella della guerra guerreggiata. 
Dove si tira va bene, intanto nessuno è in grado di difendersi.
Queste sono alcune delle ragioni per le quali mi e vi chiedo, se c’è un tetto oltre il quale risulta intollerabile lo sterminio, se c’è un momento in cui le vittime designate decidono di difendersi con la stessa determinazione usata dal nemico. 
Non è cosa ininfluente per le sorti di noi tutti riuscire a capire quando scatta il troppo pieno.



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