mercoledì 29 luglio 2015

RIFLESSIONE CONSEGUENTE ALL’ASCOLTO DI UN “ONOREVOLE” DELINQUENTE di G Angelo Billia


RIFLESSIONE CONSEGUENTE ALL’ASCOLTO
DI UN “ONOREVOLE” DELINQUENTE di G Angelo Billia


Fino a qualche anno or sono noi comunisti difendevamo le istituzioni nate dalla resistenza. 
La cosa valeva anche a dispetto della marmaglia flatulente che le occupava. 
Ci fregava la storia: il fascismo ha segato le istituzioni prima di affermarsi.
Non sapevamo, (o non volevamo vedere), che il fascismo le poteva utilizzare affermandosi.
Da ciò traggo due lezioni. 
La prima, universalmente riconosciuta, è che la storia non si ripete mai in modo meccanico.
La seconda, di vitale comprensione, è che la strada della libertà richiede un adeguamento sia nella definizione del nemico, sia nelle armi da utilizzare per batterlo. 
Certamente gli anatemi servono a poco.



GRAZIE ONOREVOLI BANDITI!
Sapete? 
A una certa età ci si accontenta di poco. 
Ad esempio, l’idea che commetto un reato di lesa maestà (di lesa istituzione), se penso che il Parlamento, in questo caso il Senato, sia peggio di una cosca mafiosa e che la storiella della Legge uguale per tutti sia solo una barzelletta, beh… ho la certezza di non essere ancora vittima dell’Alzheimer.

Nessun commento:

Posta un commento