mercoledì 4 novembre 2015

COME IL CACIO SUI MACCHERONI di G Angelo Billia

4 novembre
COME IL CACIO SUI MACCHERONI di G Angelo Billia




Si, proprio così, dopo il bombardamento inarrestabile di “buone notizie”, su quest’Italia che si libra spavalda, vento in poppa, verso i suoi destini luminosi e sui colli fatali di Roma si erge granitico il muro dei prefetti designati dal regime, nelle piazze d’Italia si scatena il baccanale del 4 novembre.
Si tratta ancora dell’orgia farsesca, attraverso la quale la classe dirigente glorifica sé stessa, annettendo strumentalmente nobiltà a milioni di caduti, immolati sull’altare delle sue contraddizioni.
E’ così che, mentre il becchino contemporaneo, nella cecità generale, gratifica dell’ultima palata di terra l’ultimo suicidato trasparente, le “autorità”, coprendosi dei brandelli dei loro agnelli sacrificali, intendono accreditare come normalmente doverosi i presenti e futuri bagni di sangue.
Il popolo, quello stesso considerato come un vivaio di bestiame pronto all’uso, in assenza di riferimenti alternativi di qualsiasi tipo, beve, sino ad ubriacarsi. 

Solo così è possibile spiegare l’uso spregiudicato delle scolaresche le quali, mentre scrivono pace, grazie al silenzio indotto dall’ignoranza, fanno da corollario festante all’indegna commemorazione guerresca.
I “cronisti”, fra una recita preelettorale e l’altra, gonfiano le gote d’orgoglio mentre spiegano, che le manovre militari interforze in atto sono comandate da un generale italiano. 

Dimenticano, perché gli appunti li hanno sotto il sedere, di nominare i macellai come Cadorna, oppure come Graziani. 
Si tratta di un eccesso di zelo, perché tanto, gli italiani, si sa, non hanno memoria.
Mentre i nuovi Cadorna sono in rodaggio, Renduce prepara il suo plebiscito affondando le mani nel forziere, tanto, gli interessi li ha già presi, ma pochi se ne sono accorti.
Buon baccanale.



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