lunedì 2 novembre 2015

"Expò a debito" di Luciano Perrotta

Sono stato duramente redarguito, per aver espresso i miei dubbi su Expo ancora prima che questa manifestazione iniziasse. 
Mi hanno detto che parlo con frasi copia-incolla, che sono un guastafeste, che non capisco niente. 

Forse perché penso per idee semplici, forse perché capisco qualcosa di economia, dovendo farla ogni giorno per pareggiare le entrate con le uscite e non ridurmi sul lastrico. 
Al netto degli incassi per i biglietti venduti, restano i debiti. 
Voi mi direte: "Si, ma in questo modo si è creata occupazione."
Bene, so per certo che l'impresa è stata resa possibile grazie ai volontari e ai contratti a progetto, come tutti sappiamo non retribuiti o mal-retribuiti. 
Sono stati favoriti, ancora una volta, i grandi brand con soldi pubblici, e i picccoli produttori sono stati accontentati, come sempre, con gli avanzi del grande banchetto. 
Posso sbagliarmi, e vi prego di correggermi se sbaglio, adducendo valide argomentazioni, ma la conferma alla mia posizione è stata confortata dal patetico, disarmante discorso di chiusura di Mattarella.




Luciano Perrotta

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